Così sono andato a fare la prima gastroscopia-episcopia, insomma mi hanno episcopato e per di più con l’anestesia. Devo dire che non ho sentito nulla. Diagnosi? Esofagite. Cura? Medicine per calare i succhi gastrici, dieta equilibrata senza cibi pesanti e cioccolata varia.
Sì, nei giorni passati ho mangiato malissimo, secondo i miei standard, e dormivo poco. Stress da una parte, troppi impegni dall’altra ed eccomi circondato da infermiere mentre mia figlia aspetta in corsia. Parlando con gli amici, conoscenti e studenti sono venuto a sapere che per molte persone questo è “normale” e mi hanno quasi accolto a braccia aperte nel club degli “esofagitisti”. L’iscriziona al circolo con membri in tutto il mondo comporta solo la presentazione delle fotografie prese durante la gastroscopia. Devo dire che il dottore ha lodato il mio bellissimo stomaco e mi ha bacchettato per l’infiammazione alla bocca di questo ma posso fare penitenza con un fioretto in chiesa o in un santuario vicino a casa.
Tutto si rompe e molto si può aggiustare. La macchina fotografica non la possono più riparare perché è troppo vecchia (sono passati ormai otto anni da quando l’hanno messa nel mercato e cinque da quando ne hanno cessato la produzione) così ne ho comprata una nuova e una usata. Entrambe della Pentax (K5IIs e K7) adesso voglio comprare qualche obbiettivo decente. Anche la stampante si è rotta e senza quella proprio non riesco a lavorare. La gentilissima signorina della Epson mi ha assicurato che sarà riparabile fino al 2015 e che posso sbizzarrirmi quanto voglio. Quasi quasi la prendo di parola.
Il libro del circolo è quasi in fase di stampa. Questo venerdì dovrei andare a vedere com’è venuta la prova di stampa e poi pagare i soldi per la stampa di cinque copie. Chi ne volesse una è pregato di pagare quattro mila yen. Ma prima di ordinarla vi prego di aspettare perché voglio vedere com’è sarà stampata e come sono le foto degli altri membri del gruppo.
Tra una pillola e l’altra ho comprato ancora qualche libro elettronico e ho ricominciato a fotografare anche se molto parsimoniosamente (troppo uso di avverbi?? Un consiglio di Stephen King su On Writing).